Alimentazione

Alla scoperta del microbioma

Ricordo ancora la curiosità con cui, qualche anno fa, vidi comparire sugli scaffali delle librerie “L’intestino felice” di Giulia Enders: un libro quasi rivoluzionario, soprattutto per il grande pubblico, che illustrava – anche letteralmente, e con ironia – il ruolo fondamentale che l’intestino ha non soltanto nella digestione, ma anche sulle nostre emozioni.

Se da sempre sappiamo di provare alcune cose “di pancia”, oggi possiamo dire che è scientificamente provato un collegamento tra la nostra pancia e la nostra testa: sulla superficie dell’apparato digerente, dalla gola al retto, c’è un reticolo di neuroni, che funzionano proprio come quelli del cervello, e che costituiscono il sistema nervoso enterico, o metasimpatico.

Ma ancora più sorprendente è stato scoprire che la vera star della digestione – e non solo – è una popolazione di microbi del peso di 1-2 kg che ci abita da milioni di anni, e che prende il nome di microbioma. Sino a qualche anno fa non c’erano gli strumenti adeguati per studiare quelli che Michael Mosley chiama i nostri “Vecchi Amici”, ma oggi sappiamo che essi non soltanto contribuiscono al processo digestivo, ma hanno un ruolo fondamentale anche per il nostro umore, e il nostro stato di salute in generale.

Di cosa parliamo quando parliamo di microbioma

Un tempo si parlava di flora batterica, adesso sappiamo che i batteri che abitano il nostro intestino sono molto di più: sono un vero e proprio microbioma, un sistema costituito da un complesso patrimonio genetico e le sue interazioni ambientali.

Il microbioma è composto da milioni di batteri, sia buoni che cattivi, che costituiscono un ecosistema il cui equilibrio si basa sulla continua lotta per la supremazia degli uni e degli altri. Si forma nei primi due anni di vita, ma è fondamentale anche il passaggio alla nascita attraverso il canale del parto, che permette la “contaminazione” del bambino con il microbioma della madre (e per questo fa differenza se siamo nati con parto naturale o parto cesareo), e l’allattamento: si è scoperto, infatti, che il latte materno ha una composizione che sembra fatta proprio per alimentare al meglio la popolazione buona di batteri che abita nel nostro intestino.

Per avere un’idea di quanto la sua presenza nel nostro organismo possa essere determinante, basta considerare che le ricerche più attuali hanno evidenziato come il totale delle cellule del nostro corpo sia al 50% umano, e al 50% di batteri (Sender, Fuchs, Milo e altri, “Revised estimates for the number of human and bacteria cells in the body”, PLos Biol, 2016)

Ma cosa fa per noi il microbioma? Il microbioma, o meglio la sua composizione e l’equilibrio al suo interno tra batteri buoni e batteri cattivi, non soltanto interviene nel processo digestivo, ma ha anche altre importanti funzioni: gli scienziati si sono resi conto che il microbioma influisce sulla regolazione del peso corporeo, sul funzionamento del sistema immunitario, e anche sul nostro umore e sul nostro stato di salute.

Microbioma e peso corporeo

Forse ti è capitato di pensare che ci sono persone che mangiano quanto te ma prendono meno peso: probabilmente questo è vero, e dipende proprio dal loro microbioma.

Alcuni ricercatori sono riusciti a dimostrare come il principio CICO (calories in, calories out) su cui si basa la maggior parte delle diete dimagranti sia smentito dal fatto che le calorie del cibo non vengono assimilate allo stesso modo da ognuno di noi – ci sono processi digestivi più o meno efficienti, da questo punto di vista, e questo sembra proprio dipendere dalla composizione del microbioma.In particolare, sappiamo che ci sono alcuni batteri, chiamati Firmicutes, che sono più bravi di altri a estrarre energia dal nostro cibo, e a conservarla nel nostro organismo (che ci piaccia, oppure no!)

Microbioma e fame nervosa

Sembra che quanto più è varia la composizione del nostro microbioma, tanto più tendiamo a essere snelli e in buona salute. Secondo Mosley, probabilmente questo dipende dal fatto che in un microbioma vario c’è maggiore equilibrio, e quindi maggiore probabilità che non ci siano batteri cattivi che prevalgono.

Molti di questi – un esempio per tutti, la Candida – si nutrono di cibi come lo zucchero: ed ecco che la voglia di questo alimento potrebbe essere spiegata proprio dall’innescarsi di un circolo vizioso reso possibile dall’influenza che i batteri che ne sono favoriti possono avere sulla nostra fame.

Il microbioma, infatti, è in grado di produrre ormoni e neurotrasmettitori che, attraverso il nervo vago, comunicano al nostro cervello fame e voglia di particolari alimenti, e che influiscono sul nostro umore, arrivando a generare ansia o depressione.

Sembra straordinario? Direi di sì, tanto quanto il fatto che alcuni ricercatori hanno dimostrato come un mix di batteri (lactobacillus acidophilus, lactobaciluus casei e bifidobacterium bifidum) riesce a migliorare l’umore delle persone depresse.

Microbioma e sistema immunitario

Un altro ruolo importantissimo che svolge il nostro microbioma è quello di istruire e regolare il nostro sistema immunitario: questo potrebbe spiegare anche il motivo per cui solo con il XXI secolo iniziano a diffondersi sempre di più allergie e malattie autoimmuni, che altro non sono che una risposta sovradimensionata del sistema immunitario a qualcosa che invece non ci dovrebbe fare male.

Purtroppo infatti, nel tempo, abbiamo indebolito il nostro microbioma, che è stato compromesso sia dall’uso di antibiotici che dal consumo di cibi processati, e ha perso molti dei Vecchi Amici che conservavano informazioni fondamentali per il nostro sistema immunitario.

Come far stare bene il nostro microbioma

Considerato tutto quello che fa per noi e per il nostro benessere, è importante prenderci cura del nostro microbioma. Come farlo? Scegliendo quello che mangiamo, in modo da nutrire al meglio i batteri buoni, e “affamando” quelli cattivi! Alla cura del microbioma, e a un programma per “riavviarlo” se non è proprio in forma, sarà dedicato il prossimo post

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